28 Apr 2018

Sto rileggendo Tutto esaurito di Daniel Priestley e a parte il valore del libro in se che va letto e riletto per comprendere un nuovo modello di business e garantirsi successo nelle vendite mi ha fatto riflettere su come si è complicato fare branding in questi ultimi anni.

Quello che è interessante, in particolare, è che nel corso del tempo l’oggetto del branding non è cambiato. Non è stato sostituito da nuove logiche ma le nuove esigenza del mercato si sono aggiunte imponendo all’imprenditore nuovi livelli di attenzione.

Centralità del prodotto

Negli anni ’60 il focus era concentrato solo sul prodotto. Lo abbiamo visto con aziende come Coca-Cola o Marlboro. I cui, guarda caso, ora e allora, il nome del prodotto coincide con quello dell’azienda. In questi casi il prodotto è così forte da far diventare l’azienda una multinazionale. In queste condizioni anche il CEO o il founder e l’inventore era poco importante o irrilevante. Tutto era concentrato sul prodotto.

Il garante dell’azienda

Il livello successivo che si è imposto per conquistare i clienti è diventata l’azienda. Le aziende infatti hanno cominciato a diventare sempre più complesse moltiplicando la loro offerta di prodotti. L’azienda che vuole fare brand, allora ha iniziato a comunicare non solo sui prodotti, quindi, ma anche chi è l’azienda che li produce.

In casa abbiamo Barilla con i differenti tipi di pasta, i sughi, le merende sotto il marchio Mulino Bianco.  I clienti vogliono cominciare a sapere chi c’è dietro i prodotti e conoscere quindi l’azienda da cui provengono.

Questo da più affidabilità al cliente. Che vede la consistenza dell’azienda. Se poi c’è una storia da raccontare ancora meglio. In questo modo la garanzia per il cliente è ancora più forte grazie all’esperienza che si deduce dal lungo periodo di attività.

Personal branding

I clienti poi per garantirsi dalla sicurezza dei prodotti vogliono sapere chi è la persona dietro l’azienda. Il Personal Branding è entrato nelle aziende.

È un termine che sentiamo sempre più spesso. Più però nello small business o per permettere di acquisire credibilità a professionisti.

In effetti però questa esigenza dei clienti di conoscere la faccia delle persone è in ogni attività. I social hanno avvicinato le persone in generale. E così anche le aziende devono poter mostrare la faccia del loro imprenditore.

Per restare nel tema dell’alimentare a me più vicino Giovanni Rana ha intuito già da tempo questa esigenza del consumatore utilizzando il suo nome e la sua faccia per costruire il brand dell’azienda.

Passando al mondo dell’hi-tech il branding a più livelli è stato utilizzato dalla Apple. Pensate a come ha lavorato bene sui tutti e tre i livelli di branding. Apple, infatti,  ha una forte credibilità in se, costruito con gli store e con la comunicazione specifica di branding. Se poi parliamo dell’iphone o dell’ipod sono prodotti che hanno acquisito una loro identità di branding altrettanto forte.  Anche sul Personal Branding Steve Jobs è stato un visionario spendendo la sua immagine personale ogni volta che presentava un prodotto. Anche Tim Cook, il nuovo CEO di Apple, si è adeguato a curare i tre livelli di branding ma facendo ancora qualcosa di più…

Personal branding multiplo

Oggi il Personal Branding si è ancora di più ampliato. Non è solo il CEO importante per i consumatori ma tutta il team.

Il cliente vuole conoscere più persone possibile dell’azienda. È in questo modo che l’azienda riesce a convincere i clienti. Quando riconosce in un azienda un ambiente di persone affidabili che danno il massimo per rendere l’esperienza del prodotto, qualsiasi esso sia, di alto livello.

Per tornare all’esempio di Apple non è infatti un caso che sia ancora Tim Cook che presenta i nuovi prodotti. E non è un caso che le presentazioni oggi, dopo Steve Jobs, si ritenga opportuno coinvolgere alle presentazione Apple anche tanti altri membri del board aziendale.

Con i social la personalità dei protagonisti, ma anche dei lavoratori dell’azienda è in assoluto il più potente driver per il tuo business. La gente si fida di più di un’azienda se conosce le persone che la fanno. Se si fidano delle persone che rappresentano i prodotti li compreranno.

Aziende in cui questi trend sono già acclarati invitano le proprie persone a rispettare l’esigenza dei nuovi clienti. Permettono e anche incoraggiano i loro team a scrivere blog, pubblicare articoli e parlare a conferenze. Fanno il possibile per far emergere orgogliosamente i lavoratori.

Anche perché è molto più economico incoraggiare i leader a costruire una loro perosonalità on line invece di pagarne una già popolare on line e/o off line.

I vantaggi di un piccolo business

Quando inizi, per esigenza o per strategia,  sei piccolo (vedi anche il mio post su Inizia con una nicchia). In un piccolo business questi valori valgono ancora di più. I 4 livelli Branding vanno considerati fin dall’inizio e possono fare la differenza.

In un piccolo business, dato che i costi per implementare sistemi di branding on line son0 molto ridotti è possibile, ancora oggi, utilizzare questi strumenti per guadagnare terreno rispetto alle grandi aziende. Le grandi aziende, infatti, sono molto più lente, in generale, a comprendere e attuare questi cambiamenti.

È quindi il momento di compiere la propria strategia di comunicazione e branding nei quattro livelli al più presto, per non perdere questo vantaggio che, come capirai, non durerà in eterno.

 

 

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