Avviare la tua startup senza partita iva o società; sembra impossibile. Eppure chiedersi con quale forma giuridica intraprendere la tua startup per capire a quali impegni economici e formali si va incontro è una domanda molto frequente tra i neo-imprenditori con una risposta che può sorprenderti.
In effetti per questo ci sono molti siti sul web che lo spiegano e comunque, di seguito, vi darò alcune semplici informazioni per orientarvi, ma il messaggio che voglio trasferirvi soprattutto è che questo aspetto non è la parte di cui preoccuparsi in un primo momento!
E quindi occupatene solo quando servirà!
Sento frequentemente infatti parlare i nuovi imprenditori della preoccupazione di dover costituire una società per i problemi legati ai costi e adempimenti da ottemperare prima che sia realmente iniziata l’attività. Inizia impegnandoti al massimo per cominciare a ottenere ricavi dalla tua startup. Il resto lo affronterai successivamente!
A quel punto, infatti, la maggiore chiarezza del tipo di business e delle modalità con cui opererai aiuteranno a sciogliere ogni dubbio sulla forma societaria.
E’ previsto, infatti, per chi inizia un’attività, di non adempiere a nessuna comunicazione e ne fare alcun versamento. Solo al superamento dei € 5.000,00 di ricavi vanno versate le quote contributive relative.
Qualche info basilare e utile:
Il lavoratore autonomo occasionale
E’ una opportunità sempre valida e non molto conosciuta pensata dal legislatore la figura del “lavoratare autonomo occasionale”. Questo si configura quando le collaborazioni col committente non hanno ne vincoli di subordinazione ne di coordinamento. Non devono avere inoltre uno studio ne fare parte di un ordine professionale. Il che è la modalità tipica quando si inizia una nuova attività; “occasionali” per l’appunto! In questi casi, quindi, le entrate vanno sotto la voce L del “Modello Unico”(altri redditi)
I vantaggi di per il lavoratore autonomo sono:
- Nessun espletamento IVA
- Nessuna contabilità da tenere
- Nessun obbligo previdenziale per ricavi inferiori ai € 5.000 (corre invece l’obbligo di iscriversi alla gestione separata INPS se il reddito supera i € 5.000 che gravano per 2/3 al committente.)
- Nessun limitazione degli importi fatturati
Finito il lavoro, quindi, si consegna al committente una semplice “nota fiscale” come ricevuta e le gli obblighi sono finiti!!
L’unica vera preoccupazione, allora, è l’inerzia, l’inattività nello sviluppo del business. Agite e concentratevi su ciò che può servire a portare clienti e ricavi. Tutto il resto è secondario; forma societaria inclusa…
Walt Disney, uno degli imprenditori più affascinanti e coraggiosi diceva in questo modo:
“The way to get started is to quit talking and begin doing.”
Walt Disney
Trad: La strada giusta per mettersi in attività è smettere di parlare e cominciare a fare.
Attento, non ti sto dicendo di preoccuparti solo della vendita e fare il venditore abusivo ma che la legge, specie in negli ultimi anni, tiene in considerazione sempre più le esigenze anche dei nuovi piccoli imprenditori perché vuole incoraggiarli a iniziare.
Le diverse forme giuridiche
La legge distingue innanzitutto due forme diverse di attività.
I lavori che hanno che fare con i servizi, che non necessitano di investimenti che provengono dalle nostre conoscenze e dalle nostre esperienze che sono considerati lavoratori autonomi che possono semplicemente aprire una partita IVA. Dovrà compilare il modello AA9 anche semplicemente collegandosi su Entratel per ricevere la nuova Partita Iva.
Se, invece, sono attività che prevedono la produzione o la commercializzazione si configura la classica attività imprenditoriale e quindi sarà necessario costituire una impresa. Questa può essere inizialmente una impresa individuale, che comporta pochi impegni sia in termini di costi che di adempimenti. Dovrai fare, infatti, una “Comunicazione unica” per obblighi iniziali all’Agenzia delle Entrate e all’INPS su registroimprese.it.
Se poi l’azienda è fatta da più persone deve essere costituita una società:
Una società può essere di persone o di capitali. Più semplice nella gestione per la prima ma in cui le persone rispondono con tutto il loro patrimonio personale, più complessa la seconda forma giuridica ma in cui la società risponde solo col capitale versato.
Il regime dei Minimi
Dal 2015 è possibile entrare sotto il regime dei Minimi se la tua attività rispetta questi parametri.
- Si configura come attività di lavoratore autonomo o ditta individuale
- Non ha acquistato l’anno precedente beni strumentali superiori € 20.000
- Non ha speso per collaboratori nell’anno precedente più di € 5.000
- Non ha partecipazioni in società
- Non supera i limiti di ricavi/compensi che variano da €15.000 a € 40.000 a seconda dell’attività.
In questo caso i vantaggi sono:
- Imposta sostitutiva (di Irpef, Irap e addizionali locali) in regime dei Minimi del 15% del reddito.
- Esonero IVA
- Esonero obblighi di contabilità
- Esclusione studi di settore o ritenuta d’acconto.
Il fronte contributivo, in questo caso, sempre da considerare nell’avvio di una società, non prevede sconti., Questo perché il legislatore vuole educare il lavoratore a “mettere qualcosa da parte” dalle proprie entrare. Le aliquote sono tra il 22% e il 27%.
Per domande o ulteriori approfondimenti invia pure un commento (qui sotto) o una mail (nella sessioni dedicata del blog) ti risponderò nel più breve tempo possibile!
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